martedì 9 giugno 2009

..quando ti penso vorrei tornare dalla mia bella al casolare



E ci siamo, 4 giorni, 3 giorni, 2 giorni, 1… il volo, il ritorno!

Rimane da raccontare l’ultima parte del viaggio che mi ha trascinato di nuovo a Sydney, e che mi ha fatto vivere forse la parte più avventurosa ed eccitante del viaggio.. una tappa in particolare la mitica, decantata, avventurosa e pericolosa Fraser Island.

Se pronunci il nome Fraser ad uno qualsiasi dei backpackers che girano per questo continente puoi avere due tipi di reazione:
gli occhi spalancati modello fanciullo di fronte ai racconti di lupi, le domande sul dove come quando, i progetti e le pianificazioni di quando si andrà e le espressioni di impazienza e di invidia di chi ancora deve andarci..
Lo sguardo all’orizzonte, la calma di chi ne ha passate tante, il mezzo sorriso “..tu non sai bene cosa ti aspetta, pischello” e le espressioni da vecchio lupo di mare di chi invece “La Fraser” l’ha fatta..
Ha ha.. come mi piace romanzare su ste cose, con il tempo peggioro!

Però non c’è nulla da fare, l’isola di sabbia più grande al mondo, dichiarata patrimonio dell’umanità per il suo unico ecosistema di sabbia e foresta pluviale, ha un fascino irresistibile, se mai dovessi tornare in Australia davvero non mancherei di tornarci.
Quando siamo arrivati ad Harvey Bay, il porto da dove partono i traghetti per l’isola, erano le 6 di sera e considerando che tutte le agenzie che organizzano i viaggi sull’isola chiudevano alle 6 non abbiamo avuto tanto tempo per comparare i vari prezzi e le offerte.. per fortuna che la bibbia Lolly ci aveva già preparati sul come volevamo fare il viaggio.
Ci sono 3 diversi modi per andare sull’isola:
Viaggio organizzato in mostruosi pulman/jeep con 40 persone e guida
Noleggiare un jeep e andare senza guida
Noleggiare una jeep insieme ad altri 8 sconosciuti e andare senza guida

La prima opzione, oltre ad essere costosa, non mi sconfinferava proprio, mi sarei sentito un giapponese in gita a Venezia, la seconda era abbondantemente fuori budget e così ci siamo da subito indirizzati verso la terza e ci siamo diretti in una della 4 agenzie consigliate dalla Lolly (non sapendo che era l’unica che aveva le jeep fucsia.. va bè)
Durante il briefing della sera ci hanno spiegato cosa non dovevamo fare con la jeep, il percorso da seguire, cosa non dovevamo fare con la jeep, come comportarci con i dingo, cosa non dovevamo fare con la jeep, dove campeggiare la notte, cosa non dovevamo fare con la jeep, cosa prendere per la spesa per i tre giorni, cosa non dovevamo fare con la jeep, come comportarci sull’isola che è chiaramente tutto parco nazionale e infine cosa non dovevamo fare con la jeep.. finito il briefing sono uscito, ho preso una mazza e l’ho piantata nel parabrezza di sta ca.. di jeep
Durante l’incontro ci siamo accorti anche di un’altra cosa: sui 16 membri che facevano parte dell’equipaggio noi eravamo gli unici uomini.. fatta eccezione per un soggetto con il cappello da cowboy australiano, di quelli che si prendono nei negozi di souvenir che aveva un’aria leggermente inquietante
OK, toglietevi quel sorrisino.. il nostro equipaggio era formato da 3 scozzesi diciottenni che non avevano patente (forse andavano bene per il nostro premier J ) e 3 francesi cicciotelle che facevano più caciare di un allevamento di galline.
Tutto sommato meglio dell’altro equipaggio guidato da due Irlandesi brutte e caprone simpatiche come la sabbia nelle mutande (sensazione che abbiamo provato abbondantemente sull’isola) e della quale faceva parte anche il misterioso soggetto.
Il giorno dopo siamo andati tutti quanti a fare shopping.. le sbirre irlandesi avevano deciso di non fare la spesa con il nostro gruppo (poverette) noi invece ci siamo affidati nelle mani del Lucianino nazionale che, essendo uno splendido chef e molto “democratico” (e non dico questo perché ora mi sta ospitando gentilmente a casa sua J) ha deciso cosa quando e come prendere, non sbagliando un colpo.
Dopo la spesa ci siamo diretti al traghetto per l’imbarco e arrivati là già l’equipaggio dell’altra jeep si era perso per la strada.. anden ben!
Guardando l’isola dal traghetto stentavamo a credere che fosse esclusivamente composta da sabbia tanta era la vegetazione.. nei tre giorni successivi avremmo mangiato sabbia, bevuto sabbia, avuto sabbia nelle orecchie, nei capelli e nelle mutande.. e ogni dubbio sull’effettiva composizione dell’isola si sarebbe dileguato
Io ero chiaramente il driver designato per questioni di anzianità e il primo approccio sull’isola su un tracciato che sembrava di sabbie mobili mi ha fatto capire come guidare in queste condizioni non fosse affatto semplice.
Dopo aver sistemato il campo base (con delle tende della seconda guerra mondiale) ci siamo diretti a visitare il lago Wabby, il primo splendore dell’isola.
A circa 100 metri sul livello del mare si trova questo lago che è accerchiato per 3 lati dalla foresta pluviale e da un lato da un’altissima duna di sabbia finissima e si infila quasi a strapiombo in acqua.. il sole splendente ha reso lo spettacolo emozionante e come dei bambini io e Lucio ci siamo messi a correre su e giù a fare i tuffi nel lago .. confortati dal fatto che tutti gli altri si comportavano in maniera altrettanto infantile..
La sera nel campeggio e Lucio, oltre ad essere i cuochi, i driver e le guide carismatiche del gruppo ci siamo cimentati anche come intrattenitori organizzando degli show e dei balletti.. anche per quei tristoni dell’altro gruppo!
Il misterioso soggetto invece si è rivelato essere un simpatico, un po’ fuori di testa, Israeliano di nome Roy, che era assolutamente incapace a fare qualsiasi cosa che potesse apportare un qualche beneficio al gruppo a parte suonare benissimo la sua Fender, alla quale teneva più di un figlio.

Il secondo giorno il tempo non è stato così benevolo, la pioggia a tratti, il vento freddo e il mare agitato hanno reso hanno sicuramente reso il viaggio più avventuroso ma anche molto meno comodo.
L’unico posto sull’isola dove è possibile fare il bagno nell’acqua salata, visto che nel mare è assolutamente vietato metterci piede a causa delle fortissime correnti, dell’altissima percentuale di squali tigre e meduse, sono le Champagne Pool una sorta di piscine naturali riempite dalle onde del mare.. mica ci fa paura il freddo a noi! Era bellissimo fare il bagno ed essere invasi dalla schiuma ( da qui champagne) delle onde che si infrangevano negli scogli.. il mal di gola e raffreddore successivo è un simpatico ricordo che ci siamo portati dietro.
Per raggiungere il secondo posto designato per il campeggio abbiamo messo a dura prova i nostri land discovery fucsia, la salita che portava a una spianata di sabbia ( e di che se no) riparata dal vento del mare era di sabbia soffice e le nostre pantere rosa affondavano come nella schiuma di un cappuccino, una volta passati noi abbiamo dovuto sradicare Roy dalla seconda jeep a badilate dopo che si era insabbiato 4 volte nello stesso punto…

Oltre a essere cuochi, driver, intrattenitori, capi carismatici ci siamo anche cimentati nella costruzione di una tenda di fortuna che ci proteggesse dalle piogge improvvise che arrivavano e che ci permettesse di cuocere il nostro barbecue.
A reggere il telo bastoni trovati nella spiaggia, lacci di scarpe, un albero, i finestrini dei nostri bolidi e svariate bestemmie.. le nostre simpatiche imprecazioni dovevano suonare particolarmente bene visto che piacevano particolarmente a tutte le ragazze che le ripetevano all’infinito.. non avendo la più pallida idea di cosa stessero dicendo!
Is it a bad word this one? NOoo , no no è più o meno come dire mannaggia alla paletta
Il barbecue non era affatto male ma aveva un leggero inconveniente.. l’odore di carne aveva attirato diversi dingo affamati che si aggiravano tra le tende per nulla impauriti dalla nostra presenza..
L’abitudine dei campeggiatori di dare del cibo a questi cani selvatici li ha resi particolarmente spregiudicati e, in diversi casi, aggressivi.
Negli ultimi anni non si contano le aggressioni subite anche da adulti oltre a diversi casi di bambini uccisi dai dingo (caldamente sconsigliato portare fanciulli sull’isola e alla donne di fare pipì non accompagnate di notte) il modo migliore per perdere un dito è dare una salsiccia troppo corta al dingo o dormire con i piedi di fuori alla tenda, figo è? Però vedere che sti cagnacci non si allontanano manco quando li rincorri con una vanga in mano e la notte ti leccano la zip della tenda devo dire che un filino mi aveva innervosito.. un filino è..
Lucio non si è fatto scappare l’occasione di fare venire un colpo alle caprone irlandesi saltandogli sopra le tenda urlando DINGOOOOOOO.. queste sono tornate di un colorito normale dopo un paio di giorni.
Durante la lunga notte abbiamo anche scovato un party improvvisato tra gli altri campeggiatori dell’isola, noi abbiamo portato il suonatore loro hanno messo il vino, insomma vino.. le GOON, termine tecnico da backpackers che indica il liquido contenuto in scatoloni da 5 lt, economico come l’acqua del mare, cattivo coem il caffè con il sale e che il girono dopo ti procura dei terribili mal di testa. MMMHH, abbiamo fatto quasi più bella figura noi con Roy.
Il giorno abbiamo visitato altre due meraviglie che si possono incontrare solo qui.. prima un fiume che scorreva sulla sabbia, con un’acqua talmente limpida che veniva voglia di berla e dove potevi lasciarti trasportare dalla corrente fino al mare galleggiando in mezzo alla foresta.
Poi ci siamo spostati al lago Mckanzie, un lago con le spiagge bianche.. anche qui il tempo ci ha rovinato un po’ l’immagine e le foto, ma non la soddisfazione di vedere qualcosa di unico e quasi irripetibile.
Nel viaggio di ritorno, giusto per farci compatire ovunque, abbiamo ri-eseguito in via del tutto eccezionale il nostro show intitolato “One Elefant” davanti a tutti i passeggeri del traghetto .. e tanto chi li rivede più questi. Giuro che appena ho una connessione decente vi metto il video

Le ultime due tappe del viaggio sono state Noosa e Brisbane.
Noosa è una dolce località turistica, un bel parco nazionale piena di tracciati per escursioni e le belle spiagge assolate ci hanno permesso di rifiatare un attimo.Brisbane invece devo dire che mi ha sorpreso, non me ne avevano parlato benissimo e invece devo dire che, tra la laguna artificiale, i parchi, le zone della nightlife e il quartiere West end pieno di locali alternativi mi ha dato una bella impressione.. Why not Brisbane?
Prima di lasciare Cleopatra ci è assalito un senso di sconforto. Ad un tratto ci siamo anche dimenticati che questo van della Toyota 2.4 lt a BENZINA bevevo come un tedesco all’october fest, che a tratti ci intossicava con i fumi della sua batteria interna, che aveva le gomme più lisce di un pattino da ghiaccio e che era più difficile da guidare di un tank corazzato e quasi ci siamo commossi nel lasciarla li, su un piazzale tutta sola.. ciao cara compagna di viaggio!
Urge un riepilogo:

11 giorni di viaggio
5 pernottamenti rubati nei campeggi (bastava entrare quando la reception era già chiusa..)
24 mandarini mangiati a scrocco da woolworth (supermercato)
6 hungover (un paio a testa) maledette goon
2300 km
350 lt di benzina unloaded (Cleo ci faceva anche il bagno con la benzina, era un van vanitoso)
42 testate nel soffitto di Cleopatra, equamente suddivise tra i tre passeggeri
420 imprecazioni a seguito delle testate
1246 foto, 843 delle quali mosse. 211 sfuocate, 6 buie, 86 inutili.. Lucio lo vedo meglio tra i fornelli
36 pastiglie di olio di pesce, quando uno è salutista! Omega 3 buono mangia
76 libellule sfracellate nella rete paracanguri di Cleo, 23 mega farfalle, 12 rane, 3 passerotti e un cristiano.. ma non lo dite a nessuno

E da ieri sono tornato qui, nella invernale Sydney, tutto finisce dove era iniziato.
Chiaramente ho organizzato una rimpatriata tra i vecchi amici qui di Sydney, più che dimezzati ormai da partenze e ritorni in Italia.. ma devo dire che ancora sappiamo divertirci.
Ieri nel barbecue a Coogee beach sembrava essere tornati indietro di 4-5 mesi, nell’ultimo caldo natale passato tutti insieme..
Dopo aver mangiato e bevuto abbiamo anche ricevuto una sfida da parte di ragazzi brasiliani e francesi per una partitella di calcio.. mamma mia che gusto vincere 3 a 2 contro una squadra metà brasiliana e metà francese POPPOPPOPPO POPO PO!!
Nel giretto in centro che abbiamo fatto tutti insieme ci aspettava l’opera house completamente illuminata con colori e disegni, opera dell’artista Brian Eno uno spettacolo che ha reso i saluti un filino più malinconici. (la web cam
http://luminous.sydneyoperahouse.com/sails.aspx )
Dai che tanto ci si vede, facebook.. ci becchiamo a Roma, o nella tua romagna vecchio.. per la notte rosa perché no.. Have a good trip man!

Sono davvero troppo frastornato ora per raccogliere le idee, per capire cosa è stato questo viaggio e che senso ha avuto per me.
Lo farò con calma, quando sarò ancora “a casa”, nella mia casa.
Se c’è una cosa che ho capito in questo periodo a testa in giù è che ci sarà solo un posto nel mondo dove mi sentirò a casa.. ed è li tra la mia gente, vicino alle persone che amo, dal mio amore … nella mia adorata romagna.
A presto
A lot of pictures.. traduz: na masa ad fotografii


Sopra: scorcio dalla Fraser

Sotto: visrtuosismi con il paint

Lucio attaccato alla ruota di scorta della jeep..


Lucio non più attaccato alla ruota di scorta della jeep


Primo accampamento:
Roy vieni giù da li Il lago WabbyChampagne pool

Secondo accampamento e party:




Simpatico questo cagnetto..
..di notte un pò meno
Vieni a trovarmi a tel Aviv.. sicuro Roy, aspettami che arrivo..



Il lake McKanzie

message in a bottle
Eli creek

Dal relitto
Laguna artificiale di Brisbane

Sydney dall'aereo

venerdì 29 maggio 2009

Aggiornamento ON THE ROAD

Aggiornamenti on the road!

Questo viaggio nella costa del Queensland non da scampo, non ci esci neanche se vuoi.. è una calamita, un sogno vissuto attraverso il finestrino di un campervan scassato, dei posti che non riesci a raccontare e delle emozioni che le assapori davvero solo quando diventano ricordi.

Da quando siamo partiti da Cairns ci siamo lasciati guidare un po’ dall’istinto, un po’ dai consigli dei backpackers che incontriamo per la strada, un po’ dalla nostra bibbia Lolly ( come chiamiamo amichevolmente la lonely planet).
La compagnia non poteva essere migliore, viaggiare con “du romani” e un camper si fa più caciara di una scolaresca in gita.. Si due, perché allo Spartaco si è aggiunto all’ultimo istante Alessandro di latina che aveva bisogno di uno strappo verso Brisbane.. e così si dividono le spese, le avventure, le risate e le belle chiacchierate per la strada in 3 travelmates
Prima tappa dopo Cairns sono stati dei laghi a un centinaio di km dalla costa, non erano proprio entusiasmanti ma li abbiamo conosciuto una coppia di ragazzi che ci ha parlato di una tappa che non avevamo ancora sentito, una cascata a ovest di Ingham.. Che Famo? Andamo.. (con l’inglese ho ancora difficoltà ma con il romano me la cavo già benissimo)
Siamo arrivati su dopo che ci siamo persi un paio di volte in mezzo ai monti e che abbiamo srenato Cleopatra in delle strade con delle buche che sembravano crateri (nei quali Spartaco si divertiva a mettere a dura prova gli ammortizzatori a balestra della nostra adorata campervan) e ci siamo accampati in un “cosochiamatocampeggio” in cima a un monte in un’oscurità che ci dava un senso di isolamento assoluto.
La mattina ci siamo incamminati alla volta di questa cascata e dopo un paio di km di sentiero accidentato ci siamo trovati di fronte a uno spettacolo.. e a renderlo esclusivo era anche il fatto che eravamo gli unici ad assisterlo! Un piccolo fiumiciattolo formava una cascata di circa 300 mt, la più alta di Australia in un posto immerso nella foresta pluviale, ai piedi della cascata, come in una leggenda da raccontare ai bambini, c’era un arcobaleno perenne che quasi lo si poteva toccare.
Io e Luciano chiaramente ci siamo avventurati fuori percorso fino a raggiungere la base della cascata, rischiando le caviglie ad ogni passo, solo per raggiungere gli schizzi d’acqua… e l’arcobaleno!
Spettacolo!
Alla fine dell’impegnativa risalita la doccia gelata ci ha aiutato a svegliarci e a riprendere il viaggio verso SUD

Da qui siamo partiti per Arlie beach, per la strada abbiamo fatto una sosta in un parco dove abbiamo potuto fare foto con coccodrilli in mano, vedere il Cassoiry ( il piccione grande come lo chiamiamo noi), il wombat e due ranger simpatici che ci hanno spiegato un sacco di cose mentre nutrivano degli alligatori di 6 metri..
Ieri Da Arlie Beach siamo partiti per le Whitsunday Islands, non so se qualcuno ha sentito della storia “The best job in the world” in pratica un vincitore selezionato tra migliaia nel mondo che per sei mesi faceva il guardiano in un isola da sogno.. ecco l’isola fa parte delle whitsunday, ma non è la più bella.
Per motivi di tempo ( e di money!) abbiamo optato per l’escursione di un giorno, niente 2 giorni in barca a vela insomma! Il tempo non era dei migliori, con il sole che si faceva un po’ desiderare ma tutto il resto ha abbondantemente ripagato i 112 $ dell’escursione!
Abbiamo avvistato delfini nel viaggio e mentre facevamo snorkeling in dei banchi corallini un pesce Maori si è avvicinato fino a farsi accarezzare..
Verso la fine dell’escursione poi siamo approdati alla più bella spiaggia che abbia mai visto in vita, molti dicono sia la più bella di tutta l’Australia: la WhiteHaven Beach.
Come sempre le foto non renderanno abbastanza.. ma vi assicuro che camminare e nuotare tra decine di razze e squaletti in queste spiagge bianchissime per qualche ora mi sono sentito davvero su una nuvola dove tutto era possibile!
Non mi sarei sorpreso se dall’acqua fosse emerso il Rainbow Serpent della leggenda aborigena

E mo!!!??
E mo si riparte alla volta della selvaggia, inabitata, avventurosa.. Fraser Island! I racconti delle persone che ci sono stati incontrati per la strada ci hanno fatto segnare questa tappa come irrinunciabile

Ci vediamo presto..
..molto presto amore!
Sopra: l'ombra di Cleopatra sulle canne da zucchero
La laguna artificiale di Arlie Beach
Io e Spartaco
La leggende aborigene
parte della WhiteHaven

Io e Lucio in barca



con un piccino in mano


RAINBOW..
Ai piedi dell'arcobaleno.. e della cascata


la confortevole doccia
breakfast da Cleo
Laguna artificiale a Cairns

lunedì 25 maggio 2009

Eccomi qua, tornato 3 giorni fa “SCUBA DIVING EXPERIANCE”, una delle più belle che ho mai vissuto
In quei giorni ho riprovato una sensazione che avevo già avuto diversi anni fa.. Ero in Grecia a Zante e per la prima volta ho indossato una maschera, delle pinne e mi sono lasciato galleggiare in delle acque cristalline…. rimasi letteralmente a bocca aperta, tanto che quando andavo a letto la sera in quella breve vacanza, speravo solamente che la mattina arrivasse il prima possibile per poter tornare in quel mondo che mi aveva così tanto affascinato.

Venerdì sera, quando sono entrato nella mia cabina dopo l’immersione notturna, ho avuto lo stesso identico desiderio.. che arrivasse il prima possibile l’immersione dell’alba seguente..
Ad essere sincero le prime immersioni in mare aperto non sono state così semplici, per due giorni c’eravamo preparati in classe e avevamo fatto decine di prove nella piscina di 4 mt del centro Pro-Dive, ma la prima volta che ti immergi nell’oceano e un’altra storia…
Ogni piccolo problema (la maschera che lascia entrare l’aria, difficoltà nel compensare la pressione ecc.) rischia di farti andare in panico.. e a volte non è così semplice “stare calmi e respirare”.
Ma immersione dopo immersione ho trovato quella confidenza che mi serviva, ho imparato a mantenere un assetto neutrale, a respirare profondo e lento, a risparmiare le energie e da quel momento ho semplicemente iniziato a meravigliarmi
Bisogna aspettare qualche attimo, dare il tempo ai tuoi occhi di abituarsi alla diversa luce, al tuo cervello di decifrare diverse forme e movimenti e poi tutti i colori e i pesci e i coralli e le luci della barriera corallina si mostrano per tutto il loro splendore.. e non si può fare altro che rimanere esterrefatti.
Come vi dicevo le prime immersioni non sono state così semplici, anche grazie al mio “buddy”.. Tutti quelli che fanno sub sanno benissimo che, per evidenti motivi di sicurezza, non si deve mai fare immersioni soli ed è così che, sin dal primo giorni in classe siamo stati accoppiati ad un compagno che avrebbe condiviso con noi le esercitazioni e poi le immersioni.
Quando mi è stato assegnato Yassu, un giapponese di 50 anni che non parlava una parola di inglese non avevo ben chiaro quale disgrazia mi fosse successa..
Questa persona infatti era davvero adorabile, gentile e disponibile.. ma anche il sub più imbranato e pericoloso che l’oceano pacifico abbia mai visto e il suo non capire un’H di inglese rendeva ogni immersione una roulette russa.
La principale attività nelle mie immersioni era: Cercare Yassu! Ogni tanto lo vedevo sgambettare in superficie nel vano tentativo di immergersi (con il BCD completamente gonfio), ogni tanto era incastrato in qualche corallo o intento a combattere con dei nudibranche .. più spesso me lo ritrovavo esattamente dietro la mia bombola, nel punto cioè più difficile da avvistare.. e ne combinava di tutti i colori! Gli si sganciava la bombola o perdeva la cintura dei pesi o si toglieva la maschera.. insomma, in qualche circostanza ho sperato che uno squalo bianco avesse voglia di mangiarselo a mo di sushi
Però c’è da dire che anche sott’acqua rimaneva una persona adorabile anche con mezzo corpo incastrato in un crepaccio, la maschera piena d’acqua, la bombola nelle caviglie e 20cl di aria rimanenti e un barracuda attaccato a un orecchio, quando gli chiedevo se era tutto OK lui prontamente mi faceva ampi segni che tutto stava andando a meraviglia! Ho avuto anche il dubbio che non avesse ben chiaro cosa significasse il segno di OK con le dita..
Nonostante Yassu (per fortuna il nostro amico giapponese qualche immersione l’ha saltata) le ultime immersioni sono state davvero incredibile, partendo proprio da quella notturna..
Venerdì sera dopo cena, il nostro cuoco belga (non era un granchè con il mangiare, ma con i dolci era uno spettacolo) ha riversato dal ponte della nave gli avanzi di cibo in acqua e questo ha fatto si che centinaia di pesci si radunassero in superficie.. e di conseguenza anche i loro predatori, gli squali (Squali? Si squelli! ;-)
Così quando è arrivato l’ordine di prepararsi all’immersione tutto intorno alla nave era un brulicare di creature che ogni tanto si dividevano giusto in tempo per far passare la più inquietante delle figure marine.. gli squali!
OK sto un po’ esagerando dai, anche perché lo squalo più grande che abbiamo visto era non più di 2 mt, però vi assicuro che tuffarsi in quell’acqua scura ha dato una vera scossa di adrenalina!
Dal momento che mi sono immenso in quel mare nero però la curiosità ha sostituito l’iniziale inquietudine e dopo 15 minuti l’avvistamento più bello, una tartaruga gigante, almeno 2,5 mt per 250 KG che dormiva in una piccola caverna sul fondo.. non riuscivo più a venire via e sono stato li a guardare sto dinosauro fino a quando quasi perdevo gl’altri.. magari avessi perso Yassu Banzai .. quella notte mi è stato appiccicato come l’attack
Dopo l’immersione notturna tutte le altre mi sono sembrate davvero easy e molto, molto divertenti.. durante il periodo di superficie obbligatorio non contento mi tuffavo a fare snorkeling!

E adesso?

“e mo ce siamo zio!” come direbbe il travelmate che ho raccattato in questi giorni.. il mitico LUCIANO DI CARLO SPARTACO de Roma.. direttamente da Sydney appena gli ho detto che intendevo farmi un breve giro da Cairns a Brisbane ha preso le ferie dal lavoro e si è catapultato su! Un travelmate più pazzo, divertente, romanaccio Laziale, e dopotutto molto affidabile non potevo trovarlo!Già ieri abbiamo fatto un test.. ci siamo recati nella remota località di Cape Tribulation, circa 150 km a nord di Cairns, l’unico posto in australia dove la foresta pluviale incontra il mare e il risultato è spettacolare..
Ho fatto anche il mio primo bagno al fiume in australia.. Sinceramente nonostante i cartelli (scritti a mano) “Swimming Hole” dessero una parvenza di ufficialità a questa pozza in mezzo alla foresta pluviale, l’idea di tuffarmi in un fiumiciattolo infestato dai coccodrilli, serpenti e chissaqualecazzodialtroanimale non mi affascinava.. però arrivati li c’erano due australiane brutte che quasi deridevano le nostre titubanze
“ I coccodrilli non ci sono, c’è una rete che non li fa venire.. e poi è troppo fredda l’acqua qui”
“ I serpenti se arrivano li vedi perché tengono la testa fuori..”
“ L’acqua è davvero gradevole “ (era gelata!)
Brutte ciccione, grazie delle rassicurazioni… mo vi facciamo vedere se non ci tuffiamo!!
Vedi pictures please..

Durante il ritorno poi l’avvistamento più elettrizzante, mentre eravamo sul traghettino che ci portava dall’altra parte del Daintree River sulla sponda assolata si stava appisolando lui.. il più pericoloso predatore dell’australia (ogni anno 4-5 persone poco accorte finiscono per diventare la cena di sti simpatici animaletti) The Crcodile
Ora, quello che abbiamo visto non è che fosse sto gran bestione, forse 1,80 mt considerando che ste lucertolone con problemi epidermici possono arrivare a 7 mt, ma non ispirava tanta fiducia comunque..

Stamattina poi siamo andati a prendere lei, la nostra deliziosa e bellissima compagna di viaggio..
Da quando l’abbiamo incontrata non ci siamo più dimenticati di lei, con le sue forme cosi sexy, quel fascino di chi ne ha passate tante ma che mantiene intatto il suo charm.
.. ok forse la cosa che ci ha convinto di più era il fatto che fosse di gran lunga la più economica sul mercato.. ma siamo felici di averla incontrata.
Cleopatra, nonostante i sui 340 mila km, le toppe nel tetto, le macchie sui sedili, la rete paracanguri davanti al parabrezza e l’odore indecente che si respira al suo interno è la più bella canmpervan che abbia attraversato la costa del Queensland!


Sto giro ci sono un bel po’ di pictures.. Here we go!




Io e il mio Buddy




..non sembra un aquila.. no

Qualche foto non fatte da me: Reef Shark

Nemo

Questi erano i tramonti in barca.. e quella la barca

Maori Fish






Questa l'ho scattata io, ma non è la gigantesca tartaruga..

CApe Tribulation!

vi faccio vedere io se non mi butto.. con la corda anche

Scalando mangrovie

Io e il mitico Spartaco

>Ecco il lucertolonee

Come si fa a non innamorarsi di CLEOPATRA?